“Abhinayadarpana” di Nandikes’vara
Danza tradizionale indiana. Nandikes’vara “Abhinayadarpana”, traduzione italiana di Pietro Chierichetti, ed. Alfredo Ferrero, 2010.
L’ Abhinayadarpana, qui presentato per la prima volta in italiano, è uno dei testi fondamentali per l’arte della danza in India. In una forma sintetica, dallo stile elegante e misurato, Nandikes’vara passa in rassegna i principali gesti delle mani, le posizioni e i movimenti del corpo caratteristici di quest’arte antichissima. Ne risulta un manuale indispensabile per chi voglia confrontarsi con questa disciplina tipica della civiltà dell’India, ma anche con il panorama culturale di una terra affascinante.
L’ Abhinayadarpana raccoglie una serie di elementi che trovano applicazione nella danza, nel teatro, nelle arti plastiche e nella pittura. Grazie alla gestualità degli abhinaya – gli strumenti per rappresentare la realtà con la danza e la recitazione – l’arte mimetica diventa veicolo di godimento estetico e anche pratica religiosa e musica: un cammino che confonde funzione e verità nell’esterno gioco dell’illusione. Tutto il reale diventa interpretabile da parte dell’attore-danzatore sul palcoscenico e comunicabile allo spettatore. La sublime esperienza della danza si fa allora metafora del ciclo cosmico, dell’universo che nasce, vive e muore: è la danza di S’iva Nataraja che consuma, conduce alla liberazione e apre la vita a una nuova vita del mondo.
Nandikes’vara è figura al confine tra mito e la realtà: a lui sono attribuiti alcuni testi sull’arte della danza ed è stato anche identificato con il mitico Tandu, il danzatore che si accompagna al dio S’iva. Difficile dare un confronto storico all’autore: il nome è tipico del sud dell’India, dove la danza ho conosciuto uno sviluppo straordinario. Le opere tramandate a suo nome risagono a epoche antichissime e, prima di essere redatte, sono state trasmesse oralmente per lungo tempo.
